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PSICOLOGIA
 
La psicologia è la scienza che studia i processi psichici e mentali, nelle loro componenti consce e inconsce, attraverso l'uso del metodo scientifico e/o appoggiandosi ad una prospettiva soggettiva intrapersonale. Tale studio riguarda quindi i processi cognitivi e intrapsichici dell'individuo, il comportamento umano individuale e gruppale, ed i rapporti tra il soggetto e l'ambiente.

Attualmente la psicologia è una disciplina composita; i suoi metodi di ricerca sono sperimentali (di laboratorio o sul campo) oppure etnograficamente orientati (ad esempio: alcuni approcci della psicologia culturale); hanno una dimensione individuale (ad esempio: studi di psicofisica, psicoterapia individuale, ecc.) oppure una maggiore attenzione all'aspetto sociale e di gruppo (ad esempio: lo studio delle dinamiche psicologiche nelle organizzazioni, la psicologia del lavoro, ecc.). Queste diversità di approccio hanno prodotto diverse sottodiscipline psicologiche, con differenti matrici epistemologico-culturali di riferimento. In particolare l'uso del metodo scientifico in taluni ambiti si evidenzia nell'osservazione/misurazione dall'esterno dei fenomeni psichici-cognitivi e all'uso congiunto della statistica come strumento di analisi dei dati rilevati.

La psicologia si differenzia dalla psichiatria, che è una disciplina medica, focalizzata sull'intervento di tipo farmacologico in merito ai disturbi psicopatologici, in comune però con la psicologia clinica ed i relativi interventi psicoterapeutici.

L'inizio della storia della psicologia come disciplina a sé viene convenzionalmente fissato nella seconda metà dell'Ottocento, quando l'indagine psicologica si aprì ai metodi delle scienze naturali. Vi è però da sottolineare che la psicologia odierna è legata agli oggetti di indagine che, da Aristotele e poi nel Medioevo su fino al secolo XIX, sono rimasti quasi sempre gli stessi: la percezione che l'uomo ha del mondo, la ritenzione dei ricordi (memoria), la capacità razionale (l'intelligenza). Anche l'antica suddivisione della mente in facoltà rivive inalterata nella moderna divisione in processi mentali.

Il XX secolo è testimone di un fiorire di prospettive e visioni della psicologia, diverse sul piano metodologico e sul piano speculativo: si è passati dallo strutturalismo al funzionalismo, dal comportamentismo al cognitivismo, dall'epistemologia genetica alla scuola storico-culturale; ancora, dal cognitivismo HIP al cognitivismo realista, fino ad arrivare alle neuroscienze.

Nelle sue origini già alcuni filosofi greci, come Platone e Aristotele, posero interrogativi che ancor oggi sono alla base della ricerca psicologica, ma è solo a partire dal Seicento che iniziò un confronto più serrato su questi argomenti. Furono sempre filosofi, come Cartesio, Thomas Hobbes e John Locke, a portare avanti riflessioni e a proporre teorie sulla mente umana. Cartesio, in particolare, sosteneva l'esistenza di una netta divisione fra mente (res cogitans) e corpo (res extensa), ritenendo che alcune idee fossero innate (cioè presenti nella mente fin dalla nascita). Hobbes e Locke, al contrario, affermavano il predominio dell'esperienza, vista come l'unico processo in grado di sviluppare e organizzare la mente umana, oltre a criticare la divisione di mente e corpo proposta da Cartesio. Nonostante i numerosi sforzi, queste ricerche non diedero mai vita a una psicologia intesa come materia scientifica.

Il termine "psicologia" risale al XV secolo, ideato dal tedesco Melantone (Philipp Schwarzerd), intendeva l'insieme delle conoscenze psicologiche, filosofiche, religiose, pedagogiche e letterarie di un essere umano. Nel 1690 il filosofo inglese Locke pubblicò il suo saggio sull'intelletto umano, che ricostruiva il funzionamento della mente e dava una base solida ai ragionamenti. La psicologia come materia scientifica nacque in Europa nella seconda metà dell'Ottocento. Tra il 1850 e il1870 vari scienziati, in particolare fisici e medici, iniziarono a occuparsi dello studio della psiche analizzando le sensazioni, le emozioni e le attività intellettive.

Questi scienziati applicarono allo studio della mente le metodologie applicate alle scienze naturali, dando vita alla moderna psicologia scientifica. Questa svolta fondamentale innescò il processo che porterà la psicologia a diventare una vera disciplina scientifica. Se finora la psicologia era stata strettamente legata alla filosofia, perché questa si occupava della natura o dell'essenza dell'anima, ora era una scienza, e non filosofica bensì su base sperimentale: scienza perché rigorosa, sperimentale perché basata sul metodo induttivo, fatto di osservazioni e di esperimenti da cui si formulano ipotesi e leggi.

Fra i precursori della moderna psicologia si possono citare: Charles Darwin, che propose varie teorie sulle emozioni, Franciscus Donders, che compì studi sui tempi di reazione, Ernst Weber e Gustav Theodor Fechner, che diedero vita alla psicofisica, studiando i rapporti tra stimoli e sensazioni, Hermann Ebbinghaus (1850-1909), tra i primi ad applicare il metodo sperimentale allo studio della memoria, Francis Galton, padre della psicologia differenziale, Théodule Ribot che contribuì decisamente a far assumere un'identità alla psicopatologia, Alfred Binet e Arnold Gesell, fondamentali pionieri nella "psicologia infantile".
 
LINK UTILI

Database psicologi - www.psicologi-psicoterapeuti.it
Web comunity di studenti di psicologia - www.opsonline.it
 
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